Prende avvio l’intervento di restauro dei resti del Santuario di Persefone la dea fanciulla della rinascita. Il sito archeologico riveste particolare importanza per il significativo interesse storico e culturale che ha la colonia di Locri Epizefiri e buona parte della Magna Grecia tra il periodo greco e la seconda guerra punica. Definito da Diodoro Siculo “il più famoso tra i santuari dell’Italia Meridionale”, è localizzato nel vallone ai piedi della collina della Mannella al di fuori delle mura urbane. Le imponenti strutture murarie avevano anche la funzione di delimitare, nel ridotto spazio fornito dalla gola naturale, uno stretto e poco illuminato percorso d’accesso all’area sacra, che unito alle peculiari caratteristiche del luogo, forniva al visitatore antico l’impressione reale di trovarsi in un luogo ultraterreno governato da Persefone dea degli Inferi. Il sito archeologico di località Mannella rientra tra le zone santuariali più importanti del mondo coloniale d’Occidente anche a testimonianza di quanto emerge dalle diverse fasi di ristrutturazione avvenute nel corso dei secoli come la costruzione del monumentale muro di contenimento verso il vallone, o come il thesauros, un tipico tempietto messo in luce dagli scavi effettuati dall’archeologo italiano Paolo Orsi ai primi del Novecento, dai quali sono emersi oltre ad alcuni elementi strutturali del santuario, anche alcuni resti murari che sono oggetto di questo restauro a causa di cedimenti e degrado naturale. I lavori interessano anche la messa in sicurezza e il consolidamento dei tratti murari sviluppati ai piedi della collina della Mannella con funzione di difesa e contenimento, che si presentano fortemente usurati e corrosi a causa della mancanza di regimentazione delle acque che ruscellano assiduamente e senza impedienti dal superiore terrazzo. Gli obiettivi e gli interventi di progetto prevedono opere di decespugliamento e pulizia dell’intera area in alveo; ritrovamento e recupero dei blocchi della muratura crollata; modellamento e asportazione degli accumuli/colate di frana; creazione di un sistema drenante superficiale in grado di regolarizzare e allontanare la circolazione delle acque di precipitazione; applicazione di geomembrana antierosiva; diserbo e pulitura a mano del parametro murario; operazione di scuci e cuci e di ricollocamento in opera dei tratti murari disancorati; realizzazione di barriera/scogliera antierosiva del “muro argine”.