“Se lei oggi nomina i commissari delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria sta dicendo non solo che non vuole la leale collaborazione tra istituzioni ma mi dichiara proprio guerra. E questo non lo accetto minimamente perché non sono qui a scaldare la sedia. Sono venuta per cambiare le cose e lei si prende la responsabilità davanti ai cittadini calabresi e italiani, perché comunque lei è un presidente di Regione e non un pinco pallino qualsiasi, di fare una cosa altamente negativa contro l’interesse della sua sanità”. Torna così sulla questione delle nomine dei manager sanitari calabresi il ministro della Salute Giulia Grillo. Lo fa, dopo la lettera inviata al governatore, con una diretta dalla sua pagina Facebook. “Noi siamo disposti, se lei mi chiama e mi dice ‘ci ho ripensato’, a ricominciare a collaborare. Se lei oggi procede in questa nomina – attacca il ministro della Salute – per me mi sta dichiarando guerra, in senso metaforico ovviamente”. Ma non solo, il ministro ha poi ripercorso l’intera situazione sanitaria regionale. “Non solo – ha aggiunto il ministro – è peggiorato anche il disavanzo, cioè ha erogato servizi peggiori spendendo di più, paradosso del paradosso. Nel 2017 il disavanzo era di 101,529 milioni e adesso di 160 mln. Ma come è possibile, direte. C’era un commissario nominato dall’ex governo, dal ministro Lorenzin, quindi in quota Pd, che evidentemente, nonostante fosse in collaborazione con un presidente di regione del Pd non è riuscito a migliorare un bel niente ed anzi insieme hanno peggiorato la situazione. Adesso abbiamo nominato un ex generale dei carabinieri ed un manager di comprovata esperienza. I due commissari hanno incontrato Oliverio chiedendo, nell’interesse dei calabresi, di portare avanti le iniziative insieme. Cosa succede invece? Succede che Oliverio decide, in barba alla leale collaborazione, di convocare la Giunta per nominare i commissari delle aziende sanitarie, la cosa più importante attraverso la quale gestisci e controlli direttamente la sanità. Vertici che vanno a sostituire i vecchi che aveva nominato sempre lui e che sono quelli che hanno portato la sanità calabrese a peggiorare i Lea e il disavanzo”. Il ministro ribadisce come Oliverio avrebbe dovuto, “d’intesa con i commissari, nominare insieme i nuovi vertici, perché ci vuole un segnale di cambiamento. Non è possibile continuare a perseverare e spremere la sanità come un bancomat e farci quello che cavolo vuoi che vuoi, con la gente che ti muore nei punti nascita, con le infezioni ospedaliere. Perché non è che siamo tutti deficienti e non sappiamo cosa succede in Calabria e con una sanità privata che si ingrassa le tasche come se non ci fosse un domani. Non lo posso accettare perché i cittadini calabresi non sono solo calabresi, sono italiani. Siamo un popolo unito e uniti dobbiamo essere anche nell’esigere i nostri diritti. Io ho nominato i commissari per fare un cambiamento e se Oliverio non lo vuole, i commissari li possiamo anche levare, però i calabresi devono sapere che solo per colpa sua, per scelta sua, questa sanità non la stiamo migliorando. Presidente i commissari sono venuti per portare lo Stato in una regione dove la sanità lo Stato non lo vede più non so da quanto tempo. Certo, la nomina è una sua prerogativa ma noi non sappiamo – conclude il ministro – neanche chi si appresta a nominare. E questa la chiama leale collaborazione?”.