È arrivato nella sua Trento ieri sera, Antonio Megalizzi, il giornalista italiano ucciso nell’attentato dell’11 dicembre nel mercatino di Natale a Strasburgo, da un colpo esploso da Cherif Chekatt, poi ucciso dalle forze speciali della polizia francesi. Il giovane di origini calabresi, è rimasto tre giorni in coma. Ad attenderlo al posto dei giochi di luce natalizi, un fascio di luce che proietta sulle pareti esterne del Palazzo Pretorio in piazza Duomo la vignetta di Mauro Briani “Antonio, l’europeo”. Alla chiesa di Cristo Re in via Giacomo Bresadola parenti, amici, compagni di università e tanti cittadini hanno voluto salutare lasciando una lettera, un messaggio, una dedica, per quel giovane reporter partito da Trento che veniva considerato un “forte europeista convinto” e che si trovava a Strasburgo per seguire la plenaria del Parlamento europeo per conto dell’emittente Europhonica. Un’intera comunità si è stretta attorno a mamma Annamaria, catechista a Cristo Re, alla sorella Federica, a papà Domenico che assieme alla fidanzata Luana Moresco ha accompagnato Antonio nel viaggio dalla Francia all’Italia. Chi conosce i Megalizzi, parla di “famiglia premurosa, eccezionale che hanno fatto sacrifici per dare la possibilità di studiare ad Antonio e Federica”. I funerali saranno officiati dall’arcivescovo Lauro Tisi; sono attesi, tra gli altri, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva già accolto il feretro martedì pomeriggio all’aeroporto di Ciampino quando il volo di Stato aveva riportato Antonio in Italia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti, il presidente della Commissione europea Antonio Tajani. Imponente sarà il dispositivo di sicurezza sia per quanto concerne l’arrivo di tante autorità e di persone.