Un giro d’affari di oltre due miliardi di euro, appassionati lungo tutto lo stivale e un ruolo consolidato a livello internazionale: il motorismo storico si conferma volano dell’economia e riconosciuto ambasciatore italiano nel mondo. Non è un caso che i marchi tricolore sono tra i più apprezzati dai collezionisti ed anche quelli con le quotazioni più alte. In vetta alla graduatoria delle vetture più costose, infatti, troviamo un’auto nata a Maranello nel 1962: la Ferrari 250 Gto venduta nel 2014 per 38,2 milioni e con una quotazione attuale che sfiora i 39 milioni. Al secondo posto la Mercedes Benz W196, vincitrice nel 1954 di 9 Gran Premi di F1 su 12, con un valore di 31 milioni, seguita dalla Jaguar D-Type regina incontrastata della 24 Ore di Le Mans nel triennio 1955-57, oggi valutata circa 22 milioni. Oltre ai marchi che hanno fatto la storia dell’auto nazionale, l’Italia può vantare un’altra grande tradizione, quella legata ai carrozzieri, come Pininfarina, Bertone, Zagato, che hanno contribuire a creare, negli anni, modelli stilisticamente unici e ancora attualissimi. Tutti fattori che concorrono a creare grande interesse per il settore, se e’ vero che, come ha rilevato l’istituto Piepoli in una indagine commissionata dall’Automotoclub storico italiano (Asi), sono 32 milioni gli italiani che hanno assistito a eventi legati al motorismo storico. Di questi, il 45% pensa o immagina di acquistare, prima o poi, un’automobile o una moto d’epoca. Notevole anche il fatturato generato: 2,2 miliardi di euro, quasi una manovrina, costituito prevalentemente da due voci: manutenzione e restauro, che vuol dire anche lavoro per migliaia di addetti e il turismo legato agli eventi. Questi numeri si traducono anche in una serie di eventi espositivi che susseguono da Nord a Sud e che hanno la sua massima espressione nel Salone delle auto e moto d’epoca di Padova, il più grande d’Europa. La rassegna veneta, in programma dal 25 al 28 ottobre, spegne 28 candeline. L’obiettivo è quello di battere i numeri del 2017, con 115 mila ingressi, 5 mila auto in vendita e 1600 espositori. “L’Italia – ha spiegato il presidente dell’Asi, Maurizio Speziali – ha nel motorismo storico un patrimonio unico al mondo che potrebbe contribuire ancora di più al Pil e alla creazione di posti di lavoro fatti specialisti ricercati da tutti i continenti. La politica deve fare la sua parte. si potrebbero allargare i benefici fiscali anche alle auto di 25 anni e definire una gestione burocratica più semplice”. [Foto IlSole24ore.it]