I dipendenti del Corap, il Consorzio regionale per le attività produttive, proclamano lo stato di agitazione in segno di protesta per “la crisi finanziaria che attraversa l’ente”. Lo annunciano i segretari generali della Fp Cgil, Alessandra Baldari, della Cisl Fp, Luciana Giordano, e della Uil Fpl, Elio Bartoletti. “Il Corap, Consorzio regionale attività produttive, costituito dall’attuale Giunta regionale con a giugno 2016, a oltre 2 anni dalla sua costituzione versa – scrivono i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – in una situazione finanziaria e organizzativa disastrosa, con serio rischio della perdita del posto di lavoro. Nonostante ai dipendenti siano stati finora corrisposti gli stipendi, seppur erogati quasi costantemente con ritardo, l’ente versa in un evidente grave stato di difficoltà ed è vicino al collasso finanziario e al blocco sia dell’attività tecnico-amministrativa ordinaria, sia delle forniture necessarie per la gestione degli impianti di depurazione. E’ facile immaginare, infatti, che – proseguono Baldari, Giordano e Bartoletti – senza la chiara indicazione delle risorse da assegnare al Corap ed in mancanza di una programmazione sui servizi e le funzioni dello stesso, tenuto conto della mancata definizione degli obiettivi da parte della Regione e malgrado i proclami da parte della politica, la quale in questi anni non è stata capace di produrre né il Piano Industriale, né lo Statuto dell’Ente, si arriverà ad una crisi che causerà notevoli disagi ai lavoratori ed alle loro famiglie e negherà ancora una volta un minimo di sviluppo alle attività produttive, che nel resto di Italia e d’Europa hanno già dato segni solidi di ripresa”. Secondo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl “altro aspetto importante – nella gestione e programmazione dell’ente che si trova sotto il controllo regionale – riguarda l’incrinamento dei rapporti sindacali dovuti alla mancata applicazione della contrattazione decentrata, sottoscritta già dall’ottobre 2017, da parte dell’amministrazione del Corap, che ad oggi non ha ancora ottemperato al saldo dei contributi previdenziali maturali dai dipendenti e dovuti per legge, disattendendo quanto previsto dal contratto nazionale, e la non applicazione dei termini per l’avanzamento dei livelli lavorativi. Tutto ciò nonostante sia stata assicurata la fattiva collaborazione sia delle sigle sindacali che dei lavoratori, i quali pur avendo subito decurtazioni dei salari, rinunciando a diritti già maturati, hanno mantenuto un comportamento collaborativo e produttivo, nell’ottica di conciliazione con l’amministrazione. Diverso atteggiamento – rilevano Baldari, Giordano e Bartoletti – e’ stato tenuto, invece, nei confronti dei dirigenti, avvantaggiati da aumenti stipendiali e accordi contrattuali ad personam, nonostante siano stati espressamente richiesti da sindacati chiarimenti in merito, e l’ingiustificato utilizzo di risorse impiegate per consulenze e dipendenti a comando. Si rileva infine l’inspiegabile procrastinarsi del commissariamento e la non applicazione del corretto iter per l’individuazione del nuovo direttore dell’ente”. In base a queste considerazioni – concludono Fp Cgil Cisl Fp e Uil Fpl – “in assenza di riscontro, i dipendenti si troveranno costretti ad attuare lo stato di agitazione”.