La doppia preferenza di genere sarà approvata, ma non oggi. Il tanto atteso provvedimento – che dovrebbe bilanciare la rappresentanza tra uomini e donne in consiglio regionale, così come prevedono le norme nazionali ed europee – slitta ancora. La Conferenza dei capigruppo ha deciso di posticipare l’ok alla ‘legge Sculco’, il cui rinvio è stato chiesto nel corso della seduta di oggi (probabilmente da due rappresentanti di maggioranza e minoranza, Sebi Romeo e Giovanni Arruzzolo), nonostante il provvedimento fosse stato inserito nell’elenco degli ordini del giorno. Il testo definitivo dovrebbe arrivare in aula alla prossima seduta utile e dopo i necessari approfondimenti dell’ufficio legislativo del Consiglio. Il rinvio, secondo quanto trapela dai piani alti di Palazzo Campanella, sarebbe stato dettato da ragioni di natura politica e tecnica. Il primo aspetto riguarda l’assenza del governatore Oliverio, in questi giorni impegnato in Canada per alcuni impegni istituzionali. Il presidente avrebbe sollecitato un slittamento della discussione per poter essere presente di persona al momento del varo della nuova norma. Il via libera alle ‘quote rosa’ in Consiglio potrebbe essere un buon biglietto da visita nell’imminenza della prossima campagna elettorale. Ma a consigliare prudenza sarebbero state le presunte criticità di un testo che – questo è il timore della maggioranza – potrebbe essere impugnato dalla Corte costituzionale. In primo luogo perché conterrebbe una percentuale di quote di genere non in linea con le normative nazionali; in secondo perché l’intenzione sembra essere quella di modificare l’attuale legge elettorale nel suo insieme, correggendone le attuali storture. L’Aula, infatti, dovrà prendere atto delle recenti pronunce della Corte costituzionale relative al caso Wanda Ferro (inizialmente esclusa dall’assemblea malgrado fosse la miglior candidata presidente perdente) e alla figura del ‘consigliere supplente’. C’è poi la necessità di adeguare il testo, approvato in commissione Affari istituzionali nel luglio 2015, alla legge quadro nazionale del 2016, che ‘raccomanda’ alle regioni di incentivare la presenza delle donne nelle assemblee elettive. “La doppia preferenza verrà approvata, non c’è alcun dubbio”, assicurano i principali esponenti della maggioranza. Dunque, il rinvio di oggi non dovrebbe essere un escamotage per impedire la congrua rappresentanza di genere in Consiglio. Del resto, lo stesso presidente Nicola Irto ha più volte ribadito la volontà di portare a casa un testo che, peraltro, è imposto dal quadro normativo nazionale ed europeo. La proposta di legge presentata da Flora Sculco (unica rappresentante donna in assemblea) mira a garantire il principio di equilibrio di entrambi i generi in applicazione dei principi costituzionali (articoli 3, 51, 117 e 122) nonché dello Statuto regionale (articolo 38), secondo cui “la legge regionale promuove la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive”. La norma stabilisce che in ciascuna lista “nessun genere può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati” – pena l’inammissibilità – e che l’elettore possa esprimere uno o due voti di preferenza, di cui uno deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altro uno di genere femminile. Ma il testo definitivo sembra dunque destinato a essere modificato ancora prima del via libera definitivo.