La sentenza della Corte d’Appello che ha sancito l’entrata in consiglio regionale di Gianluca Gallo in luogo di Giuseppe Graziano, ha lasciato sul tappeto diversi problemi giuridici. Il primo dei quali riguarda la questione della fusione di Rossano con Corigliano. Se Graziano non poteva essere eletto consigliere regionale, gli atti da lui prodotti nelle vesti di consigliere hanno efficacia oppure no? Ne ha discusso la prima commissione durante la quale è stato audito il vicepresidente Antonio Viscomi. Viscomi ha risposto che la procedura è disciplinata dalla legge 13 dell’83. Dunque, non appena il presidente della giunta riceverà il verbale di proclamazione del risultato da parte dell’Ufficio regionale per il Referendum, ne disporrà la pubblicazione sul Burc. Entro sessanta giorni dalla pubblicazione, il consiglio regionale è chiamato ad approvare il progetto di legge sottoposto a referendum consultivo. Dalla data di entrata in vigore della legge istitutiva del nuovo Comune, il prefetto nominerà il commissario che dovrà gestire il nuovo municipio e che condurrà all’elezione del nuovo sindaco e del nuovo Consiglio comunale». La questione Graziano non inficia la nascita della terza città della Calabria. E’ vero che Graziano è stato il firmatario della proposta di legge, ma questa è stata fatta propria dal consiglio regionale, che l’ha approvata. Una eventuale illegittimità sarebbe stata sanata dal fatto che la proposta è stata avallata da tutto il consiglio e poi cristallizzata dall’esito del referendum popolare.