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Crotone
Novembre,19,2024

OSPEDALE CROTONE, BRISINDA RESTA SOSPESO

Il primario di Chirurgia dell’ospedale di Crotone, Giuseppe Brisinda, resta sospeso dall’incarico per un altro mese. Sergio Arena decide per la proroga lo stesso giorno in cui il giudice del lavoro Caterina Neri respinge il ricorso del chirurgo, dando ragione all’azienda sulla sospensione comminata a Brisinda. Una sospensione ritenuta legittima. Ma perché per i giudici Brisinda non può lavorare? Sembra che il professionista proveniente dal Gemelli di Roma abbia violato leggi e non osservato direttive generali e direttive aziendali. Tra le “criticità” vengono menzionati interventi chiurgici senza motivazioni o addirittura eseguiti in ambulatorio in condizioni igieniche inadeguate. E poi dimissioni precoci, ricoveri impropri, mancato dialogo tra i medici. Ma anche procedure oncologiche non codificate e ritenute pericolose come la tecnica Hipec. Tutti temi emersi dall’inchiesta amministrativa dell’Asp e da un’indagine della procura della repubblica. I carabinieri del Nucleo radiomobile della Compagnia avrebbero acquisito varie cartelle cliniche e sentito i medici del reparto. La loro informativa adesso è sul tavolo del pm Andrea Corvino, e si parlerebbe di presunti casi di omicidio colposo e lesioni colpose: una decina. L’inchiesta sarebbe corroborata, tra l’altro, da alcuni esposti, come quello dei familiari di Felicia Pignolo, deceduta presso la clinica Santa Rita di Cirò Marina dopo essere stata dimessa dall’ospedale. O ancora quello inoltrato dai parenti di Carlandrea Tomaino, 52enne deceduto il 5 dicembre scorso. Gli fu riscontrata un’occlusione intestinale e, giunto nel reparto di Chirurgia, fu rassicurato dal medico di turno perché si trattava di gastroenterite. I legali del primario precisano che Brisinda è iscritto nel registro degli indagati per un episodio di lesioni colpose ma «dopo 1728 interventi eseguiti nell’arco di due anni; dato assolutamente fisiologico». Saporito e Neri contestano anche la «trasmissione di notizie che dovrebbero essere di assoluto riserbo e che sono state oggetto di una diffusione fuorviante e diffamatoria della professionalità del nostro assistito», tanto più che «mai l’Asp di Crotone ha avuto nel suo organico dirigenti medici con il curriculum del professor Brisinda». Ma le comunicazioni giunte sul tavolo del direttore generale cominciavano a diventare troppe; tant’è che Sergio Arena a fine dicembre affermava che l’equilibrio all’interno del reparto si era incrinato. Condotte non consone ai principali canoni comportamentali e contrattuali e clima assolutamente non sereno, temi discussi in una riunione presieduta dal direttore di presidio, Lucio Cosentino. I medici intervenuti avrebbero descritto una situazione giunta al “punto di non ritorno”. L’idillio è durato poco. Il dottore brisinda fu accolto “a braccia aperte”. E le lodi nei suoi confronti furono curate e promosse dallo stesso DG Arena. Poi le cose sono precipitate. Vicende ora al vaglio della Procura, che probabilmente nominerà un consulente per fare luce su una storia che gli inquirenti ritengono meritevole di approfondimenti.

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