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Crotone
Novembre,19,2024

MESORACA, TRENTUNO ARRESTI PER ASSOCIAZIONE DI STAMPO MAFIOSO

I Carabinieri di Crotone, il Reparto Operativo e il Nucleo forestale di Cosenza hanno arrestato 31 persone per associazione di stampo mafioso. 27 sono finiti in carcere, 4 ai domiciliari, per estorsione, traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni del GSE, concessione di sub appalti senza autorizzazione, frode in pubbliche forniture, falso in atto amministrativo, e l’immancabile traffico di droga. Le indagini sono partite dal 2014 fino ai giorni nostri nei confronti della “Locale” di ‘ndrangheta di Mesoraca. Intercettazioni telefoniche, videosorveglianza ma anche dichiarazioni di collaboratori di Giustizia hanno chiarito l’operatività dell’organizzazione, i collegamenti con le altre locali della provincia di Crotone e anche con alcune organizzazioni delle province di Reggio Calabria e Cosenza. Le estorsioni colpivano sistematicamente imprenditori e commercianti; controllavano le piazze di spaccio di Mesoraca e Petilia Policastro. Nel corso dell’operazione sono state sequestrate molte armi. Molti degli indagati sarebbero i titolari di aziende boschive, con un imponente indotto economico costituito dall’area boschiva silana delle province di Crotone e Catanzaro. Tagliavano e lavoravano il materiale legnoso che veniva poi conferito alle centrali a biomasse operative in provincia di Crotone; in particolare a quella di Cutro. E’ proprio in quest’ambito che le investigazioni hanno trovato una convergenza con le indagini condotte dal ROS e dai Forestali di Cosenza. I due reparti avevano avviato accertamenti integrativi di riscontro, in seguito all’operazione “STIGE”, indagine che aveva colpito gli interessi della “Locale” di ‘ndrangheta di Cirò nel settore dello sfruttamento del patrimonio boschivo silano. Alcuni imprenditori contigui alla “Locale” di Mesoraca avevano praticamente il monopolio nel taglio boschivo non autorizzato, che veniva poi conferito alle centrali senza esserne tracciato e peraltro di scarsa qualità, tanto da essere considerato a tutti gli effetti un rifiuto. E per fare questo non è mancata la collaborazione illecita di agronomi e funzionari delle Centrali biomassa, che avevano il compito di controllare la qualità del prodotto e la regolarità dei documenti. Insieme agli arresti le forze dell’ordine hanno eseguito un sequestro preventivo nei confronti di 8 imprese boschive della provincia di Crotone e 4 della provincia di Cosenza. Il valore complessivo del sequestro si aggira sui 16 milioni di euro.

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